venerdì 22 gennaio 2010

poveri


Diego Cugia: GENTAGLIA
La fulmineità con la quale si cerca di far approvare il cosiddetto processo breve dipende esclusivamente dall’intento di sottrarre il presidente del consiglio ai processi nei quali è indagato. Questa è una verità lampante.
Se la Corte Costituzionale non avesse bocciato il Lodo Alfano, il processo breve non sarebbe mai stata la legge più urgente di tutte.
La più grande delle menzogne ufficiali che abbia sentito in vita mia è che questa legge, in fretta e furia, non sia stata fatta per Berlusconi ma per il popolo italiano. Questa bugia è infame proprio perché si traveste da verità: tutti gli italiani desiderano che i processi vadano a sentenza in tempi ragionevoli.

Ma può il processo breve, orchestrato per salvare il presidente del consiglio, ottenere questo mirabile risultato? No.
Mancano uomini, mezzi, e soldi. Manca una riforma condivisa, esaustiva, seria della giustizia.
Quand’ero piccolo si diceva che le bugie avessero le gambe corte.
Il processo breve, al contrario, ha le gambe molto lunghe.
Si fanno strada nelle menti devastate dalla televisione che, ogni sera, tramanda come verità rivelata questa e altre disgustose menzogne.
Quando i rappresentanti del governo intendono mettere a tacere l’opposizione, utilizzano spesso una formuletta retorica:
«Ma che cosa vi credete, che il cinquanta per cento degli italiani che votano Berlusconi siano degli imbecilli?» Tutte le sante volte la risposta da vigliacchetti è un flebile «Ma no, ma che c’entra…» redo sia giunta l’ora di rispondere sì.


E non solo imbecilli quelli che lo votano, ma anche noi, il rimanente cinquanta per cento, che ingurgita e tollera, con una mesta alzata di spalle, menzogne rivoltanti come questa del processo breve, o la lettera del presidente della repubblica alla moglie di Craxi.
Non per il contenuto della missiva (un ragionevole bla-bla-bla) ma per il tremendo silenzio di allora. Dov’era Napolitano quando Bettino Craxi fece la sua chiamata di correo in Parlamento? Ma si taccia, per favore!


E dov’erano quegli altri codardi che oggi si inginocchiano davanti alla mummia di Hammamet? Lapidavano il faraone caduto per salvarsi la pelle. Avevano rubato più di lui.
E ce ne vuole.
Riabilitando Craxi si autoincensano e assolvono.
Di quell’uomo, morto solo e in disgrazia, non gliene fotte assolutamente nulla. Anche perché era meglio di loro, aveva, se non altro, una cultura storica e una visione politica. Lo invidiavano con la stessa potenza con la quale oggi ne elogiano lo scheletro. Questi sono ombre, fantasmacci, gentaglia, appunto.



Ogni giorno mi domando dove sia finita la brava gente del mio Paese.
Perché i ragazzi non si svegliano. Perché i vecchi stanno a guardare.
E ingenuamente, lo ammetto, mi chiedo ancora come facciano, questi dominanti figuri, a vivere falsificando la verità senza neppure provare uno straccio di senso di colpa.
Chi pagherà i danni prodotti da tutta questa gentaglia?
Tutte le verità insabbiate, omesse, falsificate?
Perché di menzogne come queste, prima o poi, la Storia presenta il conto. Non posso essere l’unico a provare questa rabbia infinita.
E la rabbia, prima o poi, esplode.
Se non ora, quando?



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Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "Cacciari potrebbe essere tentato di ricandidarsi. E' una questione che riguarda lui.
Io lo rispetto.
Ma sono i veneziani a considerare il suo ciclo finito. Voglio infondere a Venezia il coraggio, che oggi le manca, di fare delle scelte.
Darsi infrastrutture nuove come la sublagunare. Portare via da Marghera la chimica pericolosa e inquinante.
Non aver paura del turismo, di massa e di elite, ma governarlo ed espanderlo. A Venezia si possono creare 40mila posti di lavoro di qualità; non mi spaventano certo le botteghe con le maschere di Carnevale".
Lo ha dichiarato in un'intervista al 'Corriere della Sera' Renato Brunetta, ministro della Funzione Pubblica, neo candidato per il Pdl alla guida di Venezia.
Secondo Brunetta, i centri sociali ''sono i figli del declino e del degrado.
La fine del declino sanerà anche questo vulnus. Non ci sarà più spazio per corpi estranei, perché non ci saranno più pretesti e alibi, ma occasioni per tutti. Ovviamente i giovani avranno piena libertà di scegliere dove ritrovarsi, ma atteggiamenti antagonisti e distruttivi non avranno più avallo istituzionale".

Parlando della Venezia di oggi, il ministro ha commentato: "Una città straordinariamente bella e affascinante, ma anche in straordinario declino.
Dobbiamo invertirlo.
Costruire un raccordo tra Comune, Provincia, Regione, Stato, Europa, mondo: finora Venezia è stata ostaggio delle contrapposizioni, con lo Stato che voleva il Mose e il Comune che lo bloccava. E costruire una grande alleanza con tutti coloro che amano Venezia. I comitati di notabili sono benemeriti ma non bastano.
Mi interessa richiamare qui le menti migliori, i progetti più ambiziosi".